Conferenze in italiano a Mentone

La Facoltà di Scienze Politiche di Parigi (Science Po, come viene comunemente chiamata) ha una bella sezione a Mentone, sulla Costa Azzurra. Fondata nel 2005, è considerata il Campus mediterraneo della facoltà stessa.

Sciences Po Menton. Foto © Agence Menton.

Il Campus ospita quasi 500 studenti, la maggioranza non francesi: gli stranieri sono infatti il 70%. Vi sono anche tanti italiani.

L’italiano è una delle lingue insegnate, accanto al turco, l’arabo, l’ebraico moderno, e il persiano. I corsi sono in francese ed inglese.

L’indirizzo di studi, che comporta una formazione multidisciplinare, è rivolto alle regioni del Mediterraneo. La sede si trova  nel centro storico, in un palazzo monumentale di ispirazione italiana, accuratamente ristrutturato, in zona elevata, con vista mare, al numero 11 di Place Saint-Julien.

In questo luogo prestigioso, è stato organizzato un ciclo di conferenze sull’Italia, condotto ed animato da Marc Lazar, professore emerito di storia e sociologia politica.

Prof. Marc Lazar. Foto ISPI.

Ad inaugurare il ciclo è stato  invitato Giovanni Orsina,  professore di storia e direttore della “School of Government” alla LUISS di Roma.

Titolo della conferenza : “L’Italia alla vigilia delle elezioni del 25 settembre”.

Il professore è stato molto brillante, ha riassunto la storia recente d’Italia, con l’accento su Berlusconi, Prodi, i governi tecnici. Prevede la vittoria di Giorgia Meloni, e non sarà la fine del mondo…

In una bella intervista su Libero, il Prof. Orsina ha affermato: “La mia impressione è che Meloni abbia ben presente la parabola discendente di Gianfranco Fini. E che farà di tutto per evitarla. Certo, quando non si è più all’opposizione ma si governa, e ci si deve muovere sul confine sottile tra legittimazione e condizionamento dei ‘poteri forti‘, è tutto più difficile”.

Prof. Giovanni Orsina. Foto © Fondation Emile Chanoux

C’è “Meloni 1”, quella eurorealista, che si mette nella scia di Mario Draghi dicendosi pronta a partecipare fino in fondo al gioco europeo trattando con tutti i Paesi, a cominciare da Francia e Germania. E c’è “Meloni 2”, la paladina del conservatorismo trumpian-orbaninano, che ieri ha inviato un videomessaggio agli spagnoli di Vox. “La vera sfida per la leader di Fratelli d’Italia sarà trovare l’equilibrio fra i suoi due avatar” per evitare che uno trascini a fondo l’altro, conclude il professore.

“Meloni 2” “non può proprio piacere alle attuali leadership di Francia e Germania”, riflette ancora Orsina, osservando come le famiglie politiche di centro e sinistra a Parigi e Berlino siano “interessate a conservare le rispettive destre – Rassemblement National e Alternative für Deutschland – al di fuori del perimetro della legittimità”. Il tutto a un anno e mezzo dalle elezioni per il Parlamento europeo previste nella primavera del 2024. Destra uguale disastro economico e sociale, potrebbe essere lo schema del presidente francese Emmanuel Macron e del cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Il secondo incontro del ciclo ha avuto luogo il 27 ottobre e il tema è stato, ça va sans dire, “l’Italia  dopo il voto”. L’invitata d’onore è Sofia Ventura, professore di Scienze Politiche alla Università di Bologna.

Prof. Sofia Ventura. Foto © Videolist.

Bolognese, si è laureata all’ Alma Mater (così è chiamata l’ Università di Bologna) e si è perfezionata a Firenze, alla scuola universitaria Cesare Alfieri, dove ha fatto il dottorato di ricerca.

Fin da studente si è impegnata in politica, area radical-liberale, e in seguito scrive saggi, collabora a riviste e giornali  di orientamento liberale di  centro destra. Al momento tuttavia può essere collocata, politicamente, al “Centro” degli orientamenti politici.

La sua lezione agli studenti di italiano è stata brillante e puntuale  improntata sui risultati delle elezioni; ne ha spiegato i flussi e le motivazioni che hanno portato al successo, in Italia, del centro-destra, che  definirebbe più correttamente  destra-centro, se non destra destra.

Tuttavia nessun pericolo di neofascismo, gli elettori di destra in Italia sono conservatori, professano la religione cattolica, sono attenti  alla difesa e tutela degli interessi nazionali a Bruxelles, ma non vogliono  uscire dalla U.E.

In Italia sono favorevoli alle autonomie  di città e regioni.

Altri incontri seguiranno nel futuro a scadenza mensile sempre sotto il titolo Viva l’Italia.

Italici: chi sono e quanti Italica Global Community

I residenti in Italia sono quasi 60 milioni e gli italiani fuori d’Italia circa 6 (milioni). Per l’esattezza 5.806.000, secondo quanto comunicato dal Ministro dell’interno al 31 dicembre 2019. Cifre ufficiali, ne abbiamo già parlato in questo stesso blog, vedi: italiani all’estero, quanti siamo? Ma quanti sono invece i discendenti di quegli italiani che lasciarono l’Italia dal 1860 e che non sono più italiani ma che sono in qualche modo a livelli diversi legati al loro paese d’origine?

Rispondiamo a questa domanda riportando il testo di quanto comunicato da Piero Bassetti  nel corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo a Roma il 22 settembre 2021, alla sede della Associazione stampa estera. Conferenza stampa per annunciare la nascita della Italica Global Community.

 CONFERENZA STAMPA. Intervento di Piero Bassetti, Presidente della Associazione Svegliamoci Italici.

Piero Bassetti. Foto ©spyweb.it

“Innanzitutto un grazie all’Associazione Stampa Estera che si è espressa prima e che ci ospita. Un grazie cordiale perché sappiamo tutti l’importanza dell’Associazione e della Stampa Estera, tanto più per un oggetto come quello che celebriamo stamattina.

Poi un ringraziamento a chi presiede,  e vado subito, con un tentativo di estrema sintesi, al mio compito, che è quello di dire cos’è l’Italica global community. Io la definirei un progetto politico. E’ il progetto di fare un soggetto politico, non istituzionale ma politico, degli oltre 250 milioni di italici nel mondo che come tutti voi immaginate o sapete, anche senza avere una goccia di sangue italiano sono attratti dall’Italia, ne hanno abbracciato i valori, gli stili di vita e i modelli di quella “Italian way of life” diffuso nei cinque continenti ibridandoli con altre culture.

Costoro ci sono, non sempre sanno di esistere come potenziale comunità, non hanno consapevolezza di soggettività politica, non hanno organizzazioni culturali. Non sono le diverse aggregazioni o lobbies degli italiani all’estero, con le quali intrattengono nel migliore dei casi quando esistono, i più cordiali rapporti così come è nostra intenzione di mantenere i più cordiali e integrati rapporti con la dimensione nazionale italiana. Possono però, gli italici, e devono diventare un potenziale soggetto politico glocale.

Gli Stati membri dell’ONU come sono rappresentati nel logo. Foto © UNRIC.org

Questo è il punto chiave. Il mondo oggi sta diventando glocale e non sono più i 197 Stati nazionali iscritti all’Onu che lo interpretano e lo condizionano. Voi avete la sensibilità dei giornalisti (Kabul docet), a Kabul ci siamo accorti tutti che il mondo sta per essere organizzato politicamente in modo radicalmente diverso e come? Non punta alla globalità, ma punta a questa dimensione culturale complessa, ma rilevantissima che è l’integrazione avvenuta ormai nel mondo grazie ai media, tra ciò che è globale e ciò che è locale. Qualunque punto partecipa della dimensione globale, qualunque entità globale è intercettata e intercetta le dimensioni locali. Questo secondo me, secondo noi, avrà un impatto politico sulla organizzazione istituzionale che è alla base culturale del disegno e dell’appello che appunto è stato a suo tempo sviluppato nel libro.

Il mondo oggi è glocale, quindi non è più quello degli soli Stati nazionali e non è ancora quello che anche nell’ONU si intravede, dell’unione delle civilizzazioni. Circa due anni fa a Washington abbiamo fatto un convegno che ha avuto l’avvallo anche esplicito del nostro presidente della Repubblica, che ci segue con simpatia, in cui si evocava in ambiente come quello dell’Onu la necessità di cominciare a pensare come il mondo si riorganizzerà di fronte alle sfide che la tecnologia ha posto in modo irreversibile.

Il dibattito di questi giorni tra americani e francesi sulla dimensione indoeuropea, che apparentemente si sviluppa sulla tecnologia dei sommergibili, è il dibattito tra grandi dimensioni politiche quella degli Stati Uniti, quella ex Commonwealth, quella ex colonia francese (i francesi hanno 2 milioni di persone nel mondo indo asiatico) e quello di una dimensione emergente che non è solo la Cina, ma la dimensione della soggettività politica dell’asse che da 3000 anni invece è quiescente, l’abbiamo risvegliata noi e oggi è del tutto sveglia.

Tutti i Paesi del mondo invasi (almeno una volta) dalla Francia. Foto focus.it

Questo è il retroterra politico culturale nel quale noi ci vogliamo muovere. Noi vogliamo che la civilizzazione italica entri nella storia del mondo e ci entri con tutti i suoi valori e con tutto il suo potenziale. In questo senso non abbiamo nessun falso pudore (io lo farò domani all’università della Tuscia) di richiamarci e riportarci alla tradizione politica della storia romana che è al fondo della nostra dimensione italica.

Noi vogliamo un Mediterraneo che sia un Mare Nostrum, vogliamo un’Europa che non sia la somma di 27 Stati nazionali espressi dagli accordi di Vestfalia, ma che sia l’Europa di integrazione delle grandi civilizzazioni presente in Europa. E anche qui c’è spazio per lavorare, perché sarà interessante vedere se vogliamo andare assieme alle altre civiltà italiche, che sono quelle di tradizione latina, o invece divisi tra quelle che sono state di dimensione nazionale.

La Pace di Vestfalia illustrata da Bartholomeus van der Helst (1613-1670), in Peace of Münster (1648) tela esposto a Rijksmuseum di Amsterdam.

Noi vogliamo che la civilizzazione italica entri nella storia globale già cominciata e vogliamo cominciare a predisporre le condizioni per la nascita di questa soggettività politica. La prima condizione è il risveglio, la presa di coscienza della potenzialità del disegno e il libro, che è del 2016, puntava a creare le premesse per un risveglio. Da allora abbiamo fatto molta strada, soprattutto sul piano culturale, per mettere a punto il pensiero ispiratore di questa esigenza. Oggi cominciamo col tema dell’annuncio, cioè che è il vostro destino professionale e proseguiremo, nei limiti delle possibilità, con i discorsi organizzativi.

Il nostro territorio è la rete, cioè noi non abbiamo preoccupazioni di carattere territoriale di nessun tipo, la nostra integrazione è culturale, la rappresentanza politica è offerta agli Stati nazionali che vogliano in un certo senso approfittarne: il primo, naturalmente, la Repubblica italiana. Noi siamo assolutamente convinti che nessuno più della Repubblica italiana è in condizione di interpretare questo disegno e di collocarlo nella storia. Quindi la consapevolezza è questa, l’ambizione è elevata, la pochezza dei nostri mezzi e strumenti di partenza è altrettanto innegabile, però tutte le rivoluzioni storiche sono cominciate dal poco e noi non siamo niente, siamo al poco, ma vogliamo arrivare al molto. Grazie.”

Gli italici sono quindi circa duecento cinquanta milioni, vi sembrano tanti ?Facciamo un po’ di conti : 60 milioni nella penisola italiana, 6 milioni di italiani all’estero iscritti all’AIRE. In Brasile pare che la presenza di discendenti di immigrati italiani sia del 15 per cento, su una popolazione di 220 milioni. Quasi 35 milioni.


Italo-americani, il 14% vive nel Nord-Est, primato nel Rhode Island. Foto © Gente d’Italia.

Negli Stati Uniti gli italici sarebbero 20 milioni secondo la NIAF(National  Italian American Foundation). In Argentina sono oltre un terzo della intera popolazione.

Tanti sono pure nelle altre repubbliche  americane di lingua spagnola.

In Francia secondo indagini di istituti di ricerca sarebbero il 7 per cento della intera popolazione, oltre 4 milioni.

La comunità globale degli italici si annuncia al mondo. Appuntamento da non mancare

Il 22 settembre prossimo venturo alle ore 11, con un evento della durata di circa un’ora, presso la sede dell’Associazione Stampa Estera a Roma, prenderà il via l’“Italica global community,”

Il  concetto di “Italicità” è stato affermato per la prima volta da Piero Bassetti nel libro “Svegliamoci Italici! Manifesto per un futuro glocal” (2015), in cui l’autore illustra le potenzialità offerte dall’appartenenza italica e la necessità di stimolare, nei 250 milioni di italici sparsi per il mondo, una presa di coscienza del loro essere parte di una grande ed autorevole  “Comunità globale”.

Nel Principato di Monaco, si è parlato di Italici nel corso di un incontro promosso da Mauro Marabini che aveva per l’occasione invitato Piero Bassetti, a presentare il libro.

L’incontro ha avuto luogo nell’espace culturel “Scripta Manent” alla presenza di  numerosi italiani di Monaco, dell’ambasciatore e di tutti i notabili della nostra comunità. C’erano anche tanti non italiani, ma italofoni, che quella sera hanno appreso che erano italici.

Gli italici sono ovviamente gli italiani in Italia e all’estero, i ticinesi, i sammarinesi, i dalmati, i discendenti degli italiani, ma soprattutto i milioni di italofoni che senza avere una goccia di sangue italiano, hanno abbracciato valori, stili di vita e modelli di quell’Italian way of life diffuso in tutto il  mondo, ibridandoli con le culture dei Paesi in cui vivono.

Gli italici possono diventare una Comunità protagonista della storia globale, unita in una appartenenza fondata oggi non più esclusivamente su legami di discendenza, ma sul portato universale di storia e tradizioni, gusto per la bellezza e modo di vivere, che fanno dell’Italia e della lingua italiana un essenziale punto di riferimento culturale nel mondo, senza dimenticare che l’appartenenza italica, l’avere l’Italia nel cuore, è anche una grande risorsa di business e di mercato.

La presentazione dell’“Italica global community” è promossa dall’Associazione “Svegliamoci Italici”, nata nel 2019 e presieduta da Piero Bassetti.

L’evento del 22 settembre alla Stampa Estera di Roma sarà l’occasione per illustrare pubblicamente il pensiero “Italico” e per declinare le azioni volte alla concreta nascita e visibilità della Comunità Italica. L’incontro è disegnato come un format televisivo globale e digitale. 

Ai tradizionali interventi in presenza si alterneranno proiezioni di filmati tratti da recenti trasmissioni di RAI Italia e dirette esterne da varie parti del mondo che vedranno come protagonisti esponenti italici della cultura, dell’imprenditoria, del giornalismo e dell’associazionismo giovanile.

L’evento alla Stampa Estera di Roma sarà trasmesso in diretta tramite la  pagina Facebook  https://www.facebook.com/ItalicaGlobalCommunity  e sarà poi rilanciato nelle trasmissioni RAI dedicate all’estero, alla cronaca, alla politica e alla cultura; successivamente con la stessa pagina Facebook, oltre che con comunicati stampa e interviste, sarà data periodica informazione sulla preparazione dell’evento  e poi del suo svolgimento.  

Piero Bassetti. Foto© Economy Magazine.

Saranno invitati a partecipare in presenza, oppure a collegarsi con varie modalità,  giornalisti corrispondenti stranieri  e giornalisti italiani, personalità italiche “testimonial” nei loro ambiti di attività e significative rappresentanze del mondo universitario e giovanile, con un programma di lavori, la cui scaletta contiamo di poter rendere nota entro il 7 settembre.

Queste informazioni provengono  dalla lettera che Umberto Laurenti, vicepresidente della associazione, ha inviato ai soci promotori il 26 luglio 2021.  

Altre informazioni su  www.italicanet.com

In  questo blog vedi: Italia fuori d’Italia