Il matrimonio di Bezos a Venezia: un inno alla bellezza italiana

Un evento controverso visto da me, un italiano residente all’estero

Vivere all’estero mi ha insegnato una cosa: l’Italia è un sogno. E per tanti stranieri, quel sogno ha un nome preciso — Venezia. Non mi sorprende affatto, dunque, che Jeff Bezos, uno degli uomini più ricchi e influenti del pianeta, abbia scelto proprio la Serenissima per celebrare il suo matrimonio con Lauren Sánchez. Anzi, trovo che sia un gesto profondamente significativo.

In un mondo dove tutto si può costruire su misura, Bezos ha deciso di legare uno dei momenti più intimi e solenni della sua vita a una città millenaria, fragile e magnifica. E lo ha fatto con stile: la sua sposa ha indossato un abito disegnato da Dolce & Gabbana — un tributo alla creatività italiana che tanto fa sognare all’estero, dove il nostro made in Italy è sinonimo di eccellenza.

Il matrimonio, a quanto si legge, è costato quasi un miliardo di euro. Cifre che possono far girare la testa, ma che, se viste con razionalità, hanno avuto un effetto positivo incredibile sull’economia della città. Hotel pieni, ristoranti prenotati per giorni, negozi di lusso presi d’assalto da ospiti celebri. La città ha lavorato. Ha brillato. Ha guadagnato.

Mi sorprende — e non poco — che una parte della sinistra italiana si sia scandalizzata per tutto questo. Perché non protestano invece contro i sedicenti ecologisti che imbrattano monumenti e rovinano l’acqua della laguna con vernici tossiche? Quello sì che è inquinamento, non certo un matrimonio privato che porta ricchezza, attenzione mediatica e un riflettore internazionale puntato sulla nostra cultura.

Dall’estero, vi assicuro, eventi come questo vengono visti con ammirazione. E come italiano, anche se lontano, mi sento orgoglioso. Orgoglioso che Venezia sia ancora capace di incantare. Orgoglioso che l’Italia sappia ancora emozionare.

Agli sposi, Jeff e Lauren, auguro lunga vita insieme. E grazie per aver ricordato al mondo quanto l’Italia — e Venezia — siano ancora il cuore pulsante della bellezza.

Un nuovo Museo a Mentone

Il Museo Marabini-Martac (Beaux-Arts et Belles-Lettres), nasce il 15 giugno 2025 a Mentone, nello storico Palace des Ambassadeurs, che una volta era un hotel.

Più di 900 opere (pittura, scultura, fotografia, libri e manoscritti) illustrano la storia dell’arte e della letteratura. Situato su 6 livelli, il Museo custodisce una parte della collezione d’arte di famiglia. Creato da mia moglie Liana e da me, con il desiderio di dividere con gli appassionati d’arte i nostri “tesori”, il Museo riunisce ed espone artisti e scrittori come Petrarca, Francisco de Zurbarán, Rabelais, Anton van Dyck, Emily Dickinson, Oscar Wilde, Jean Cocteau, Lucio Fontana, Robert Rauschenberg, Jean-Michel Basquiat, Banksy e tanti altri, in un’armonia di stili ed epoche.

Le gallerie, ricavate dalle suite dell’albergo, hanno temi diversi, a seconda delle collezioni che custodiscono. Al pianoterra ci sono due grandi sale, alle quali si accede direttamente dalla strada, dove vengono esposte le mostre temporanee: in questo momento “L’Art de vivre à travers les siècles”, che copre venti secoli di civiltà umana e che durerà fino al 15 settembre.

Una galleria didattica offre la possibilità alle scuole di partecipare a dei corsi di storia dell’arte. La sala di musica, situata al primo mezzanino è lo spazio dedicato ai concerti, ma anche a conferenze e presentazioni di libri. Nella Biblioteca possiamo ammirare la collezione completa delle litografie usate per illustrare il libro “Les songes drolatiques” di Rabelais, firmate a mano da Salvador Dalí. Troviamo anche uno spazio dedicato al cinema che contiene una straordinaria collezione di affiche di film gastronomici: La Grande abbuffata, Chocolat, Vatel, Lunga vita alla Signora, Un thé con Mussolini, Déjeuner sur l’herbe e tanti altri.

Diversi spazi possono essere affittati per eventi speciali, pranzi, proiezioni di film, presentazioni di libri, workshop, saloni del libro e conferenze.

Il Museo ha anche un punto di ristoro riservato ai suoi clienti, quindi non aperto al pubblico: il Café des Arts, situato al primo mezzanino, che offre un menù di piatti semplici e leggeri e una carta dei vini a bicchiere. Il Bar da la possibilità di una piccola pausa davanti ad un caffè o un aperitivo.

Nel sito internet del Museo si trovano tutti i dettagli circa gli orari di apertura, le attività collaterali ecc.: www.artsetlettres.org

Sarete i benvenuti per una visita.