Francesi e fascismo

I Francesi guardano sempre più all’Italia, non solo apprezzando cibo e vini, ma ristudiando il Fascismo.

A proposito di cibo e vino, non tutti sanno che a Parigi vi sono circa 1.500 (millecinquecento) ristoranti italiani; non solo, ma il più grande di tutti, di qualunque nazionalità parliamo, è italiano.

Si tratta di “La felicità”, già il nome dice tutto, del gruppo Big Mamma, 4.500 metri quadrati.

Ristorante Big Mamma nel 13° arrondissement a Parigi.

Parlando di vino, i dati all’esportazione segnalano che il Prosecco comincia ad essere molto apprezzato dai Francesi.

Non è di questo tuttavia che vogliamo parlare, magari un’altra volta.

Ritorniamo all’interesse per la storia del fascismo. 

In distribuzione si trova, attualmente in Francia e nei paesi francofoni,  in tutte le edicole e librerie, il numero di febbraio/marzo 2022 del giornale Le Figaro ed il suo fascicolo della collana Histoire. Ricordiamo che Le Figaro è il più importante quotidiano di Francia, sul versante liberale e conservatore in contrapposizione a Le Monde sul fronte, diciamo, progressista. 

Non si tratta di un’opera per iniziati, ma destinata ad un vasto pubblico.

Il titolo esatto del fascicolo è “Mussolini, l’illusion fasciste”, ed è introdotto dal direttore del periodico, Michel De Jaeghere, giornalista autorevole, storico e studioso. Le sue conclusioni sul tormentato periodo sono ispirate dai giudizi espressi in Italia dal grande storico Renzo De Felice.

Riportiamo qui uno stralcio del suo scritto, dando per scontato che i lettori di questo blog leggano il francese. 

“… le fascisme historique. Les historiens marxistes ont prétendu le réduire à l’utilisation, par les classes possédantes, de bandes de voyous pour faire obstacle à la révolution prolétarienne, bientôt consacrée par le ralliement des forces réactionnaires, l’armée et l’Eglise catholique, à une dictature. Le chercheur israélien Zeev Sternhell a vu en lui la résurgence de la pensée contre-révolutionnaire française, telle qu’elle s’était radicalisée avec Maurice Barrès à l’occasion de l’affaire Dreyfus.

Le grand historien italien Renzo De Felice a montré au contraire qu’il fut d’abord une révolution anthropologique et culturelle parente du jacobinisme, visant à remédier à la dissolution des structures sociales traditionnelles sous les coups de boutoir de l’individualisme par la mise en œuvre d’une communauté révolutionnaire: celle des hommes nouveaux groupés autour du parti unique et mis au service d’un État chargé de donner un organe et une âme à l’aspiration naturelle de l’homme à vivre une aventure collective. Qu’il ne relevait nullement du désir contre-révolutionnaire de revenir au passé, à la société organique, aux liens traditionnels, mais de la volonté de construire une communauté nationale unie et hiérarchisée sur le modèle d’une armée en bataille.”

Copertina di febbraio/marzo 2022 del supplemento “Histoire” del giornale Le Figaro.

Il saggio ripercorre la storia del movimento fascista, nelle sue  articolazioni, sottolineando i vari aspetti del rapporto con la monarchia sabauda e la chiesa cattolica. Il regime fascista non riuscì mai ad essere globalmente totalitario, perché aveva dovuto convivere con altri poteri costituzionali.

La improvvida alleanza col nazismo lo portò ad estremi che determinarono la sua rovina.

Nel volume vengono passati in rassegna i libri recenti apparsi numerosi in questo periodo e nel contempo vengono approfonditi i vari aspetti del regime. La storia  viene narrata da Philippe Foro, specialista dell’Italia contemporanea, dell’Università di Tolosa, autore di “L’Italie fasciste” e di “Dictionnaire de l’Italie fasciste”

Michel Ostenc, professore dell’Università di Angers, che ha insegnato anche a Perugia e Genova, ci parla dei rapporti di famiglia di Mussolini. “Ciano, le gendre de Mussolini”, “Mussolini. Une histoire du fascisme italien”.

Altro autore che scrive sulle le relazione che il fascismo ebbe con Chiesa, monarchia, partito ed altro è Frédéderic Le Moal, professore al Liceo militare di Saint-Cyr e autore dei volumi “Histoire du fascisme” e di “Victor Emmanuel. Un roi face a Mussolini”, editore Perrin.

Benito Mussolini tentò perfino di ricostruire Roma, per adeguarla ai sogni imperiali. Ne scrive Alexandre Grandazzi, professore alla Sorbonne. Secondo questo autore gli architetti ligi al regime furono presi da un vero delirio nel volere sventrare e ricostruire Roma. Per fortuna  fu lo stesso Mussolini che intervenne per  limitare i danni, e porre dei limiti.

Da leggere è, dello stesso Grandazzi, “Urbs, Histoire de la ville de Rome”, (Perrin 2017). 

Procediamo ancora con la segnalazione dei vari volumi sul Fascismo apparsi di recente.

George-Henri Soutou, professore emerito alla Sorbonne, ha scritto “Europa!” (Editore Taillandier) in cui descrive  i progetti  di Mussolini e Hitler per rifare la geografia del continente, una volta diventato nazi-fascista. 

Didier Musiedlak descrive con un brillante articolo quando il Fascismo crollò come un colosso dai piedi di argilla, in poche ora, fra lo stupore di tutti, a seguito del voto negativo ricevuto nella sedi più elevati dello stesso partito fascista.

Didier Musiedlak è professore emerito alla Università di Parigi-Nanterre, grande specialista di cose italiane, è autore di “Mussolini” (Presse de Science Po). Viene annunciato un suo nuovo libro, in uscita nel marzo prossimo: “La marche sur Rome, entre histoire et mythe” (Presse de sciences Po)

Eric Vial, anche lui specialista  dell’Italia contemporanea, (ma quanti sono!)  ha scritto un libro che descrive chi furono gli altri personaggi del regime e dell’epoca, “Guerre, société et mentalité. L’Italie au premier XXe siècle” (Editeur Seli Arslan).

Come riepilogo il fascicolo si conclude con una rassegna dei tanti libri apparsi sull’argomento, non li ricordiamo tutti ma concludiamo segnalando un’opera singolare, scritta da un italiano direttamente in francese: “Le  Mystère Mussolini” (Perrin 2021).

Il  libro non è una biografia di Mussolini, ma il tentativo di mettere in luce un caso che continua a pesare sulla coscienza degli italiani a più di settant’anni dalla caduta del fascismo: il caso di un uomo che fece di tutto per restare indecifrabile e divenne, in tal modo, un simbolo delle peggiori passioni collettive.

Attraverso un’ampia e rigorosa documentazione, Maurizio Serra esamina  gli aspetti della vicenda politica e umana di Mussolini: ne indaga le pulsioni profonde, le scelte (e non scelte), le affermazioni e i comportamenti che si sono  poi riverberati sul destino dell’Italia.

Nato a Londra nel 1955, diplomatico con una brillante carriera ha rappresentato l’Italia a Berlino Ovest e a Mosca ai tempi dell’Unione Sovietica, è stato ambasciatore all’Unesco a Parigi  e all’Onu a Ginevra, scrittore e saggista. Tra i suoi libri, spiccano le biografie degli scrittori Curzio Malaparte, per il quale ha vinto il Premio Goncourt per la biografia, Italo Svevo e Gabriele D’Annunzio.

Nel 2018 ha ricevuto il Prix Fondation Prince Pierre de Monaco.

Il 9 gennaio 2020 Maurizio Serra viene eletto all’Académie française. È il primo Italiano a ricoprire la prestigiosa carica a vita dell’istituzione culturale di Parigi.

Italiani all’estero: quanti siamo?

È stato pubblicato, agli inizi del 2022, nella Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dell’Interno che, ogni anno, pubblica il numero dei cittadini italiani residenti all’estero, sulla base dei dati dell’elenco aggiornato, riferiti al 31 dicembre dell’anno precedente. L’elenco è quello curato dalla AIRE, album degli italiani residenti all’estero.

A tale data gli italiani residenti all’estero erano 5.806.068: 153.988 in più rispetto all’anno precedente.

La maggior parte di loro risiede in Europa: 3.189.905, 91.027 in più rispetto ai dati dello scorso anno; segue l’America meridionale, con 1.804.291 residenti, con 49.988 persone in più; al terzo posto l’America settentrionale e centrale, con 505.567 residenti e un incremento di 10.420 connazionali; chiudono l’Africa, Asia, Oceania e Antartide con 306.305, 2.553 presenze in più.

Secondo questi dati, l’unica Italia che continua, demograficamente, a crescere è quella che risiede all’estero: al 1° gennaio 2021, cioè un anno fa erano 5.652.080 gli italiani residenti all’estero (il 9,5% degli oltre 59,2 milioni di italiani residenti in Italia) con un aumento del 3% nell’ultimo anno, pari a 166 mila presenze (dati del 12 novembre 2021, informazioni ricavate dalla pubblicazione  Rapporto italiani nel mondo, RIM, edizione del 2020, del quale abbiamo già dato notizia in questo Blog). 

Esiste quindi una grande Italia, fuori d’Italia, senza contare i milioni di oriundi che ora chiamiamo “Italici” secondo le definizione adottata dalla associazione  “Svegliamo Italici,” che ha lanciato il suo appello nel  settembre 2021. Vedi in questo blog, cliccando “italici” nella casella CERCA.

Rapporto Italiani nel mondo 2021.

Gli italiani all’estero crescono perché vengono dall’Italia, ma anche perché le coppie giovani fanno figli, quando si stabiliscono  all’estero in maniera permanente.

Cogliamo questa occasione per segnalare l’edizione di quest’anno del RIM che si interroga e riflette su come l’epidemia di Covid-19 abbia influenzato la mobilità italiana. Cosa ne è stato dei progetti di chi aveva intenzione di partire? Come hanno vissuto coloro i quali, invece, all’estero già risiedevano? Chi è rientrato? Chi è rimasto? E cosa è successo ai flussi interni al Paese?

Sono questi i principali interrogativi ai quali il Rapporto Italiani nel Mondo 2021 risponde e lo fa con diverse indagini specifiche, molte riflessioni tematiche e con un viaggio in 34 città del mondo dove vivono comunità italiane vivaci e residenti da più o meno tempo. Di queste comunità italiane all’estero vengono raccontate storie, riportati numeri, descritte problematiche, esposti i punti di forza e quelli di debolezza in modo che il lettore possa, alla fine del viaggio, essere a conoscenza di come, in ciascuno dei luoghi considerati, gli italiani in mobilità hanno vissuto e stanno vivendo la pandemia globale.